domenica 19 luglio 2015

Florence, di Stefania Auci: recensione

FlorenceFlorence by Stefania Auci
My rating: 4 of 5 stars

Quando si finisce un libro come Florence ci si sente un po' orfani. Che fine faranno tutti i personaggi che ho tanto amato, di cui ho seguito le vicende, che ho odiato e che hanno avuto o no quel che si meritano? Mi mancheranno tutti: Ludovico, Irene, Dante, Luciana, persino Claudia, Ghelli o Nerino, il capitano Freeman, Latimer... l'elenco è quasi infinito.
Florence (letto rigorosamente alla francese) è un romanzo bellissimo. Non lo dico perché ho avuto il piacere di scambiare qualche messaggio con Stefania e la considero una donna degna della massima stima (pensa se la conoscessi davvero e più a fondo!), ma perché quando un libro ti da la sensazione di dimenticare tutto il resto, di averti raccontato una storia intensa e splendida come questa non può che essere un bel romanzo.
Ludovico è un giornalista che vuole dimostrare al mondo e a se stesso che può essere qualcuno: si fa affidare un incarico come cronista di guerra ed è in quell'incarico che scopre se stesso, la guerra, i propri limiti e si costruisce una nuova vita, finché quella vecchia non si mette in mezzo... niente spoiler, sul resto.
Ludovico è un eroe e un antieroe, è umano, è pieno di pregi e di difetti, di passione e di arroganza, di intelligenza e di caparbietà. Si scontra con la guerra nella maniera più brutale, con spacconeria e la convinzione di sapere tutto e di poter spaccare tutto: gli esseri umani sono fragili, vanno anche in pezzi, ma è anche possibile rimetterli insieme. Non saranno gli stessi di prima, ma saranno qualcosa di nuovo. Ludovico cresce e matura e cambia, come un vero uomo, ed è qui che si vede la differenza tra un romanzo qualsiasi e un bel romanzo. Irene, allo stesso modo, è un'adolescente piena di passione, che conosce se stessa, ma è irruente e andrebbe a sbattere contro i muri più duri può di attraversarli. In questo senso Ludovico ed Irene si somigliano e insieme sono diversi.
Non solo i due protagonisti sono tratteggiati in maniera splendida: Dante e Luciana, i due fratelli amici di entrambi sono due creature che ho amato molto, l'uno sensibile e buono e generoso e l'altra forte e senza grilli per la testa. Persino Mario e Claudia Anselmi, il primo odiato profondamente e la seconda per cui ho provato molta pena e confesso antipatia, erano, sarò ripetitiva, splendidi.
Il racconto si snoda con uno stile scorrevole ma non per questo meno sofisticato. Le scene di guerra sono vivide e fatico a pensare che sono dovute a lunghe ricerche e non ad un racconto di prima mano, vecchio di cento anni. Un romanzo storico è riuscito non sempre per la precisione delle notizie usate, ma dalla ricostruzione e la forza della sensazione di essere in quel periodo mentre leggi, o almeno così la penso io.
L'ultima cosa che mi resta da dire è: grazie, Stefania, per questa splendida, splendida, splendida storia.

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