lunedì 25 novembre 2013

"In tutta la mia vita non ho mai incontrato qualcuno che non fosse importante" - Sul Dottore e l'importanza della narrativa

No, il blogghino sul Dottore non lo volevo fare. Non perché non avessi niente da dire, è che non sapevo cosa dire. Poi però è passata Stefania. Leggete quel che ha scritto, di sicuro è meno prolissa e molto più brava di me qui sul suo sito ufficiale, che lei è una donna seria.

Che poi a pensarci bene io non mi ricordo nemmeno come ho incrociato Stefania la prima volta. Non l'ho neanche mai vista in faccia. Sono sicura che sia una bella signora, e per signora intendo una vera Lady, perché quando qualcuno ti fa sentire importante tanto da citarti quando parla di cose belle deve essere per forza una bella persona. Non è questo il punto. Il punto è che ora rifletterò su cose che normalmente mi fanno sentire inadeguata, sciocca e strana di fronte al mondo e di fronte a questo mondo io dichiarerò espressamente (per questo scrivo nel blog, metaforicamente il mio "ehi mondo, hai due minuti per ascoltare la parola della Michela?") che non sono né inadeguata, né sciocca. Forse un po' strana ma ehi, la normalità è noiosa.

Sabato sera, in una città di provincia in cui se non vai in discoteca puoi anche non esistere, io ero in compagnia di due amici a guardare Rai4 mangiando dolci fatti in casa (dalla sottoscritta, sono abbastanza brava) a guardare Doctor Who.
Chi mi conosce sa di cosa parlo, per dirvela in due aride parole è un telefilm, una serie tv, fantascientifica in cui un alieno da un pianeta lontano, in aspetto molto simile a un uomo normale, viaggia nel tempo e nello spazio e ha delle avventure.
Ma non è solo questo.

Qui scatta l'allarme: nella testolina della gente iniziano a squillare sirene, girano luci rosse in ogni dove, porte tagliafuoco si chiudono ermeticamente ed è il fuggi fuggi generale. Ecco che la solita sfigata assurge a grandezza una cosa sciocca, soltanto 45-50 minuti a settimana di avventure. Ci si sente sciocchi, inadeguati, strani. Si preferisce sorridere di circostanza e dire "sì ma sai, in fondo è solo una serie tv".

No! Mi prendete in giro! Non me ne frega niente che la società vi dica che essere conformisti alla stupidità generale è meglio che seguire le proprie inclinazioni, la propria sensibilità e cercare di migliorarsi. Io ci tengo alle persone, voglio che migliorino, pretendo che coloro a cui voglio bene non peggiorino. Quando scopro una cosa bella, piccola o grande, voglio che la gente la veda non per sentirmi dire "che brava che l'hai scoperta", voglio che la gente pensi "voglio fare anche io una cosa così bella, perché posso farcela anche io".

Ho perso il filo del discorso, lo faccio spesso. La questione è questa: perché le avventure di un alieno, ovvero qualcosa che non esiste materialmente e non ti da soldi o altro è così importante per te?
Per lo stesso motivo per cui è importante la letteratura, il cinema, la buona televisione. È il motivo che spinge la gente a leggere e produrre narrativa. Siamo tutti storie e ricordi, alla fine. Siamo umani, siamo delle creature straordinarie che sanno creare mondi con un pezzo di carta e una penna. Siamo allo stesso tempo creature semplici, e la semplicità ci da la possibilità di essere felici, con quel poco che abbiamo, perché con esso creiamo cose così maledettamente belle.

Doctor Who l'ho scoperto grazie a Harry Potter. Passo indietro: scoprii Harry Potter perché persone a cui volevo bene volevano farmi stare bene, volevano che la mia curiosità personale venisse saziata con qualcosa di interessante, che da essa traessi delle lezioni magari. Cosa ho tratto da 7 libri è stato molto ed è difficile riassumerlo in poche righe, non vorrei tediarvi: vorrei spronarvi a scoprirlo da soli. Non sentitevi sciocchi, andate in biblioteca o libreria e siate fieri di portarvi a casa una bella storia. Non fa male a nessuno, può solo fare del bene.

Doctor Who l'ho scoperto perché un personaggio chiave di Harry Potter è interpretato da uno degli attori che ha interpretato il Dottore. Sì, il Dottore può cambiare "faccia": un espediente narrativo utile a non chiudere un buon prodotto televisivo si è rivelato fautore di grandi lezioni e grande letteratura (sì, la chiamo così, fatevene una ragione).

Lasciatemi riflettere su questo: cosa mi ha insegnato il Dottore? Proviamo a buttare giù qualche idea. 
- Banalmente, l'inglese e un po' di informatica: ho "dovuto" guardarlo in lingua perché non v'era altro modo di reperirlo quando iniziai a vederlo, e ora so parlare l'inglese molto meglio di quanto non avessi potuto fare con tutti i corsi d'inglese della mia vita. Per cercare informazioni, produrre fanart di ogni tipo, ho dovuto scontrarmi con la tecnologia e imparare ad usarla. Tutto questo mi serve per lavorare, mi è utile per lavorare meglio;
- Di conseguenza, l'arte non è inutile: per arte intendo a tutto tondo, dall'arte grafica  in senso stretto alla letteratura, passando per la musica. I libri, e di conseguenza tutto ciò che necessita di essere scritto come le canzoni, le serie tv, i film, ci fanno stare meglio, ci fanno evadere, ci fanno pensare, ci fanno protestare, ci fanno migliorare, ci rendono potenti senza dover avere un'arma che spara, una spranga che ferisce, i soldi che comprano.
- Sempre di conseguenza, i soldi non sono importanti, sono uno strumento per arrivare da qualche parte, ma non devono essere il fine.
- La violenza non è la risposta, perché crea altra violenza, crea dolore e il dolore crea rabbia, la rabbia fa fare cose stupide.
- Tutti sono importanti: ognuno ha una sua unicità e questa è una cosa su cui mi vorrei soffermare. Neil Gaiman, autore di libri splendidi e anche lui autore di storie del Dottore, ripete spesso l'importanza della letteratura e dell'unicità di ognuno di noi. Sarà anche di parte, lo farà perché lui con la letteratura ci vive, ma tutti abbiamo bisogno di credere in noi stessi, per vivere meglio, per dare il meglio di noi stessi perché sappiamo che qualcosa ne scaturirà. Io ne avrei avuto senz'altro molto più bisogno nella mia vita.
- Amare qualcosa può generare meraviglie: gli autori che oggi hanno realizzato il loro sogno di bambini scrivendo Doctor Who, basti citare Russel T. Davies, Steven Moffat, Mark Gatiss e appunto Neil Gaiman, come me e come tanti altri non si aspettavano che da una passione osteggiata e maltrattata da veri e propri "nerd" ne sarebbe uscito così tanto. Ognuno di loro ha infuso la propria passione in ciò che fa, e ha creato capolavori che fanno commuovere, ridere, riflettere, agire. 

Questo elenco potrebbe andare avanti all'infinito, meglio che mi fermi qui. 
Cosa posso aggiungere per concludere? 

Grazie Dottore per avermi insegnato tanto e per avermi fatto compagnia quando ne avevo bisogno e quando non ne avevo bisogno. Per avermi fatto ridere e piangere e riflettere e agire, per avermi fatto interrogare sul perché delle cose, per avermi convinto a fare la cosa giusta, per avermi fatto vedere che a volte è semplice stare bene e far stare bene gli altri, più di quanto credevo. Continuerò ad aspettare di sentire il suono della tua cabina blu e la tua voce che mi dice "Corri".